In Giappone un paese a “rifiuti zero”

Un paese a rifiuti zero. Ripensando a questa estate e all’emergenza rifiuti che ha colpito alcune città italiane ed in particolare Napoli, sembra impossibile. Eppure esiste davvero. Si chiama Kamikatsu ed è un cittadina di 2.000 abitanti situata sulle colline orientali del Giappone. Qui il sindaco, Kasamatsu Kasuichi, ha deciso di dichiarare guerra ai rifiuti rivoluzionando il tradizionale metodo di raccolta dell’immondizia. Nessun cassonetto dei rifiuti per le strade del paese e nessun inceneritore, tutto, invece, viene riciclato e compostato dai cittadini di Kamikatsu che hanno imparato anche a utilizzare al meglio gli scarti alimentari. I residenti del piccolo paese giapponese si occupano personalmente di differenziare i rifiuti, separando, come prima cosa, quelli organici da quelli non organici.

E’ Costiglione d’Asti il comune riciclone 2008, e le grandi città dove sono?

In questo periodo in cui si sente tanto e forse troppo spesso parlare di immondizia, è bello anche premiare quei comuni che questo problema non ce l’hanno perchè sono stati in grado di risolverlo autonomamente. Legambiente li chiami “i comuni ricicloni“, e già da qualche anno li premia per l’alto tasso di riciclo di rifiuti urbani, facendoli diventare modello per tutta l’Italia.

I cosiddeti comuni ricicloni in tutta la nazione sono oltre mille (1081 per la precisione) e per la maggior parte sono al Nord (968), seguiti dal Sud (71) e dal Centro (42). Tra le regioni invece la più ecologica è senza dubbio la Lombardia, con 364 comuni virtuosi, seguita dal Veneto (326), ma solo in termini assoluti, perchè invece in percentuale è il Veneto che svetta in classifica, avendo ben il 56% dei propri comuni in classifica. Ma il comune migliore è Costiglione D’Asti (AT), in Piemonte con una percentuale di raccolta differenziata pari al 73,09%.

Made in Italy e certificati i primi assorbenti biodegradabili e compostabili

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L’ICEA – Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale ha rilasciato alla ditta Corman di Lacchiarella (MI) il certificato di garanzia per la realizzazione di assorbenti e salvaslip ecologici. I due prodotti sono realizzati in cotone biologico, con una piccola percentuale di mater-bio. Le due linee di assorbenti sono quindi un biopolimero, totalmente biodegradabili e compostabili.

La certificazione garantisce la qualità dei prodotti in risposta a due problemi: da un lato gli assorbenti sono prodotti in cotone bio e sono ipoallergenici, ideali per tutte le donne che manifestano problemi con gli ordinari prodotti per l’igiene femminile a base di plastica e cellulosa. A ciò si somma poi il nuovo valore aggiunto dell‘essere i primi completamente biodegradabili e compostabili, minimizzando l’impatto in fase di smaltimento post-consumo.

Raccolta differenziata: il riciclaggio dell’alluminio

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Lo sapevate che con 37 lattine è possibile fare una caffettiera e che tutte le caffettiere prodotte in Italia (7.000.000 di unità) sono in alluminio riciclato? E che con 3 lattine si produce un paio di occhiali? Ed ancora che con 800 lattine si può costruire una bicicletta completa di accessori? L’alluminio è quindi un materiale che si presta a una vastità di applicazioni e possibilità di riutilizzo, grazie alle sue proprietà: leggerezza (un terzo dell’acciaio), durata: l’ossido superficiale è una barriera alla corrosione atmosferica; lavorabilità: può essere modellato con tutte le comuni tecniche di lavorazione, più facilmente della maggior parte degli altri metalli; versatilità: possibilità di formare molte leghe, rigide o elastiche; riciclabilità con un costo energetico contenuto.

Il riciclaggio dell’alluminio proveniente da raccolta differenziata dei rifiuti urbani riguarda in particolare gli imballaggi: lattine per bevande, scatole per alimenti, bombole aerosol, chiusure per bottiglie e vasi, tubetti, vaschette, fogli sottili, involucri… A livello nazionale, esistono opportuni Consorzi di filiera, nati con il Decreto Ronchi, che si occupano del recupero di differenti frazioni merceologiche. Per l’alluminio, tale entità è il CIAl (Consorzio Imballaggi Alluminio), che ha tra i propri compiti quello di garantire il recupero degli imballaggi in Alluminio provenienti dalla raccolta differenziata fatta dai Comuni. I risultati ottenuti in termini di raccolta differenziata, riciclo e recupero, sono particolarmente positivi e hanno reso l’Italia un esempio per tutta l’Europa.

Dove sono i raccoglitori di pile esauste? Batterie scariche e pirati della spazzatura

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L’UE produce più di un milione di tonnellate di batterie all’anno, molte delle quali contengono sostanze chimiche pericolose come il piombo e il cadmio. Solo la metà delle batterie acquistate dai consumatori finisce nel circuito dei rifiuti, ed è stato eliminato, quindi, in inceneritore o in discarica. Forse perché alcuni neanche sanno dell’esistenza delle discariche di raccolta delle batterie, o purtroppo alcuni paesi, specialmente al Sud, non sono neanche provvisti… Le batterie scariche devono essere gettate negli appositi raccoglitori che dovrebbero x legge essere situati in ogni comune e citta’ e posizionati in luoghi accessibili e facilmente identificabili. Se nel posto in cui viviamo non esistono, è bene presentarsi in circoscrizione e denunciare l’omessa posizionatura dei raccoglitori di pile esauste per la raccolta differenziata.

Gli 8 principi della bioarchitettura

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Finora abbiamo trattato di convegni, mostre e fiere della bioarchitettura. Abbiamo illustrato come anche la Chiesa ci tenga alle costruzioni ecologiche, e alle grandi opere di architetti famosi in tutto il mondo che si dedicano alle abitazioni “verdi”. Oggi scopriamo che non ci vuole una laurea in ingegneria per rendere la propria casa ecologica, e che ognuno può costruirsi da solo la propria bioarchitettura.

Ecco a voi i principi per una bioedilizia fai-da-te.
Primo principio: salvare l’ecosistema. Costruendo una casa che si basa sul risparmio energetico, con acqua calda tutto l’anno senza caldaie né termosifoni, grazie ad un involucro altamente coibentato, vetri a sud e un sistema di ventilazione controllato che permetta una minore dispersione di calore e un azzeramento dell’utilizzo di caldaie, termosifoni e impianti di aria condizionata. Il costo iniziale può essere fino a un quarto in più di quello delle normali case, ma questo poi verrà ammortizzato col tempo, grazie al risparmio appunto sul riscaldamento (che ogni anno diventa sempre più caro).

Raccolta differenziata: un piccolo impegno per un grande risultato

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Ogni nostra azione produce inquinamento: leggere un giornale o bere un’aranciata, non sarebbe nulla, se non considerassimo che ogni giorno nel mondo vengono stampate milioni di pagine, costruite milioni di bottiglie in plastica o lattine in alluminio, assemblati milioni di oggetti e mobilio per le nostre case. Questo significa milioni di alberi abbattuti, milioni di litri di petrolio consumati, milioni di kg di CO2 immessi nell’atmosfera: con la raccolta differenziata, invece, tutte queste risorse vengono risparmiate.

Patto per l’ambiente: la proposta elettorale di Legambiente

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Sotto elezioni politiche, si sa, ogni candidato venderebbe la propria anima per un voto. E così Legambiente ha cercato di approfittarne, facendo firmare ai politici, volontariamente, un’adesione al programma per l’ambiente presentato dall’Associazione.
Il programma si chiama “Patto per l’Ambiente” e prevede 13 proposte per migliorare la qualità della vita dell’Italia.

I politici che hanno sottoscritto questo patto si prendono così l’impegno di porre in atto le proposte di Legambiente durante la prossima legislatura, con l’obiettivo primario di ridurre l’inquinamento e l’effetto serra, ma anche di fornire alle nostre città infrastrutture per “renderle più vivibili – si legge sul patto – per conservare e valorizzare le ricchezze del nostro Paese”.

Finalmente una buona notizia: il gas serra sarebbe in diminuzione

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Chi l’ha detto che il mondo è spacciato e le Agenzie per l’Ambiente danno soltanto notizie brutte e catastrofiche? Per una volta la notizia è di quelle che ci fanno dormire leggermente più rilassati: con la maggiore qualità di smaltimento dei rifiuti, le previsioni del gas serra sarebbero riviste al ribasso.

Il fulcro della questione sta nella migliore gestione dei rifiuti. Infatti se fino agli anni ’90 si è cercato di stoccare le “ecoballe” in discariche, o al massimo bruciarle, producendo più danni che benefici, con il nuovo millennio si sono sviluppate delle tecnologie tali da rendere i rifiuti meno dannosi per l’ambiente, e in alcuni casi anche utili.

Stop the fever: la marcia virtuale per ridurre i consumi

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Fermiamo la febbre del pianeta, Stop the fever, questa l’iniziativa promossa tramite la rete da Legambiente. Attraverso il web è possibile infatti catturare un maggior numero di adesioni “concrete”. Sembra quasi paradossale che l’informazione e le campagne virtuali raggiungano sempre più risultati reali, ma è proprio così.

E questa volta chi aderisce alla campagna, darà il proprio contributo, impegnandosi a favore dell’ambiente. L’obiettivo è che ad ogni adesione virtuale corrisponda un’azione ed uno sforzo concreto e tangibile per la riduzione dei consumi energetici. E non solo. Promuovere le risorse rinnovabili, porre un freno agli incalzanti cambiamenti climatici, abbattere le emissioni di gas serra nell’atmosfera. Questi i principali obiettivi della campagna, rivolta ad ogni cittadino con un minimo di senso civico e di rispetto per l’ambiente.

Ad Imperia la mostra sulla casa eco-logica

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Ad Imperia, nella Riviera del ponente ligure, si terrà dal 28 al 30 Marzo, la Mostra sulla “Casa eco-logica“, la piu’ imponente manifestazione sulla bioedilizia, sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili. Essa è stata realizzata dall’Energie und Umweltzentrum (Centro per l’Energia e l’Ambiente) ad Hannover in Germania, ed è una mostra itinerante che ha toccato tutti i cinque continenti, con picchi di visitatori di circa 350’000 persone, tra cui studenti, esperti del settore, imprenditori e gente non addetta ai lavori. Il Centro si occupa di bioedilizia e di fonti rinnovabili dal 1981 ed, ogni anno ripropone l’esposizione con aggiornamenti ed approfondimenti.

L’intera struttura della mostra rappresenta una vera e propria abitazione, allestita con tutti i sistemi piu’ innovativi, dai pannelli solari, al riscaldamento, ai materiali da costruzione, in modo che i visitatori possano osservare direttamente l’utilita’ del progetto. L’esposizione si divide nei sistemi di alimentazione energetica, nella bioedilizia, nel risparmio idrico e nei materiali isolanti, il tutto corredato da decine di cartelloni illustrativi. Nella Casa Eco-Logica tutti gli elettrodomestici (frigo, lavastoviglie, televisore, ferro da stiro, etc.) sono alimentati dalla corrente continua ed alternata, generata dal fotovoltaico, dall’eolico e dal termico solare per la produzione di acqua calda. La cottura dei cibi avviene in un forno solare, la cui temperatura raggiunge i 250°C.

Curitiba: la citta’ ecologica del Brasile

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Iniziamo il nostro viaggio, attraverso le citta’ piu’ innovative ed ecologiche del mondo, con Curitiba, capitale dello stato brasiliano di Paranà, a sud di Rio de Janeiro. La città conta circa 2 milioni di residenti di varia etnia, italiani, tedeschi, polacchi sono solo alcune delle nazionalita’ presenti. Oggi Curitiba è meta delle Delegazioni internazionali che si recano qui per studiare le caratteristiche del sistema amministrativo, dell’urbanistica e dello sviluppo tecnologico di questa incredibile ed innovativa citta’. La cosa che colpisce è la presenza delle piazze antiche, dei palazzi coloniali, che aprono la strada ad un cuore pulsante fatto di parchi verdi, di una rete di trasporti super-moderna e di un’urbanistica ecocompatibile.

Uno dei gioielli della citta’ di Curitiba è l’edificio universitario, Universidad Livre do Mejo ambiente, interamente costruito con tronchi di eucalipto, recuperati da pali in disuso, in cui si tengono corsi per studenti, i quali possono presentare progetti sull’architettura ecocompatibile.

Lo sapevate che i manuali di istruzione inquinano? Piccoli accorgimenti per vivere ecologico

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Ripulire l’ambiente non significa solo fare la raccolta differenziata o evitare di sporcare le strade, ma significa soprattutto risparmio energetico. Se, soprattutto in Italia, l’ingresso delle energie pulite ancora non ha preso piede, cerchiamo almeno di limitare gli sprechi con quello che abbiamo.

E l’attenzione deve essere spostata sugli elettrodomestici. Jeremy Rifkin, presidente della “Foundation on Economic Trends” ha calcolato che la casa di un americano medio dispone dell’energia che produrrebbero 58 schiavi se lavorassero tutto il giorno senza mai fermarsi nell’arco delle 24 ore. In Italia la situazione va rivista leggermente al ribasso, ma neanche di tanto.

Attenti ad usare le confezioni monodose, inquinano più di quelle formato famiglia

confezioni monodose

Uno dei maggiori fattori inquinanti che si aggravano di giorno in giorno è lo spreco di materiale, conseguente al confezionamento dei prodotti alimentari. Se nelle famiglie la raccolta differenziata viene fatta molto poco e molto spesso plastica e vetro vengono gettati nelle discariche generiche, la situazione si fa ancora più grave quando si parla di alberghi.

Infatti quelle simpatiche confezioni che contengono la marmellata, il burro o i succhi di frutta che ci vengono offerti ogni giorno nelle strutture alberghiere sono i maggiori responsabili del cosiddetto “inquinamento igienico”. Il problema fondamentale è che per evitare che diversi clienti vengano a contatto con lo stesso materiale di cui hanno usufruito degli estranei, ad esempio una confezione grande di marmellata come quelle che si comprano al supermercato, i ristoratori hanno trovato una soluzione molto semplice: le confezioni monodose. Il problema di queste piccole ma tante confezioni è che poi l’involucro va buttato, e tanti piccoli involucri formano una quantità di immondizia decine di volte superiore a quella che si forma con le confezioni formato famiglia.