Virgilio Go Green, un canale per la sostenibilità ambientale: intervista a Diego Masi

Virgilio Go GreenVirgilio Go Green è il nuovo canale del portale di Telecom Italia dedicato interamente alla sostenibilità ambientale. Nato dalla collaborazione tra Virgilio e Go Green Digital, la società di Diego Masi, si presenta come un vero e proprio manuale di istruzioni per chiunque voglia informarsi al fine di operare scelte di vita con meno impatto sulla Terra e di adottare abitudini in ottica ecosostenibile.

Ci sono diverse sezioni, dal glossario dei termini chiave dell’ecologia alle Green pages, i numeri utili verdi, il tutto strutturato per aree tematiche, con articoli e approfondimenti che vanno dalla bellezza ai viaggi, dai consumi alla cucina. Il tutto elaborato in un linguaggio comprensibile ai non addetti ai lavori con un team di esperti che risponderà alle vostre domande in tema di ambiente, ecologia e risparmio energetico.

Per saperne di più abbiamo contattato Diego Masi che ci ha concesso un’intervista. Vediamo cosa ci ha risposto.

Quanta CO2 emette quest’articolo?

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Venti milligrammi sono solo l’importo medio delle emissioni di carbonio generate dal tempo impiegato a leggere le prime due parole di questo articolo. Ora, a seconda di quanto velocemente si legge, circa 80, forse anche 100 mg di C02 sono stati rilasciati. E i pochi minuti che ci vorranno per arrivare alla fine di questo post faranno emettere circa un grammo di gas a effetto serra, se non di più.

Questo può non sembrare molto:

Ma nel complesso, se si considerano tutte le persone che visitano un sito web e poi tutti i secondi che ciascuno di essi spendono su di esso, si rivela essere un gran numero

dice il Dott. Alexander Wissner-Gross, professore presso la Harvard University che studia l’impatto ambientale dei computer. Wissner-Gross stima che ogni secondo in cui qualcuno naviga in un sito Web semplice, genera circa 20 milligrammi di C02. Se si scarica una canzone, si invia una email o si guarda un video in streaming, si ha un impatto variabile sull’ambiente.

Secondo alcuni ricercatori, c’è la necessità di creare un ecosistema verde, dove internet non è solo indispensabile ma anche urgente.

Fa parte del quadro complessivo di sostenibilità. Gli scienziati ci dicono che abbiamo 10 anni per compiere un’azione seria per evitare gli effetti più catastrofici dei cambiamenti climatici. Avviare un qualche tipo di iniziativa è assolutamente vitale.

spiega Chris Large, capo del settore ricerca e sviluppo del UK-based Climate Action Group. Una serie di studi hanno messo in evidenza la crescente domanda di energia dei computer. Un rapporto del 2007, dalla società di ricerca Gartner, ad esempio, stima che la produzione, uso e smaltimento di tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni genera circa il 2% dei gas a effetto serra del mondo, analogo a quello prodotto da tutta l’industria dell’aviazione.

Quanto inquina internet?

Dando uno sguardo ai dati del 2000, confrontati con quelli del 2006, vedremmo che il consumo di energia a causa della navigazione è raddoppiato. A questo punto verrebbe naturale insinuare che la rete consuma tanto ed è anti-ecologica. Ma andando ad analizzare i dati non è così. Dal 2000 al 2006 infatti, il traffico di internet è incrementato di 3,2 milioni di volte.

Confrontando con il solo raddoppio di energia sprecata significa che la rete è la macchina più efficiente che l’uomo sia riuscito a migliorare nella sua esistenza. Secondo il sito Earth2Tech le vecchie tecnologie sono molto meno efficienti delle nuove. Basti pensare che le vecchie connessioni via cavo utilizzavano 3,56 Kwh/Gb, mentre quelle nuove meno di un terzo. Un esempio? Le linee elettriche in fibra utilizzano 0,77 Kwh/Gb, i moderni cavi 0,72 mentre la DSL solo 0,17 Kwh/Gb.

Consumatori, quotiamo i prodotti verdi: con Greener One è possibile

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Greener One è una nuova idea, lanciata a gennaio ed ancora in fase beta, ma, nella sua semplicità è geniale. Siamo dei consumatori attenti e sulla scia del crescere della sensibilità ambientale vogliamo essere responsabili, almeno negli acquisti e nei consumi.

Come scegliere tra la busta della spesa di plastica che non contribuisce alla deforestazione o la busta della spesa di carta che è biodegradabile? Greener One ci aiuta ad orientarci nella scelta dei prodotti che usiamo quotidianamente, con un indice che indica quanto è verde un prodotto.

Batterie al metanolo: da Sir William Grove a Microsoft e Sony

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Le batterie al metanolo sono da tempo un ambìto oggetto di ricerca per diversi produttori, allo scopo di utilizzarle per notebook, palmari, cellulari, lettori multimediali portatili… Nel Giugno 2004 Toshiba presentò un prototipo di batteria ultracompatta, destinata a dispositivi elettronici. Qualche mese dopo Nec proponeva celle a combustibile (fuel cell) integrate in unnotebook sperimentale, che ne portavano l’autonomia a 10 ore (teoricamente possono essere sviluppato per metanolo o per idrogeno). Esattamente 3 anni fa, al Cebit 2005, Toshiba mostrava un prototipo di batteria per notebook funzionante con una miscela di metanolo ed ossigeno. Questo negli ultimissimi anni, ma in realtà gli esperimenti siano iniziati nel lontano 1839 da Sir William Grove.

Arriva in Italia Current Tv di Al Gore, sul canale 130 della piattaforma Sky, la televisione che fate voi!

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La notizia sta rimbalzando da un blog all’altro. Cari bloggers, dall’8 maggio potreste diventare tutti giornalisti. Arriva Al Gore a Milano per aprire una nuova televisione satellitare dedicata all’ecologia e non solo. E stavolta stop ai giornalisti professionisti, gli asserviti al potere o coloro che, per coprire i padroni che li pagano, mettono a tacere i guai (soprattutto ambientali) che danneggiano centinaia di migliaia di cittadini. D’ora in avanti l’informazione verrà dal basso.

Al grido di “Tu fai la notizia” (lo slogan originale era “You make the news“), apre in Italia Current Tv, sul canale 130 della piattaforma Sky. L’editore sarà Al Gore, ex candidato alla Casa Bianca per i Democratici nel primo mandato del dopo Clinton. Allora Gore perse contro Bush, ma se avesse usato le armi che sta usando in questi ultimi anni, probabilmente avrebbe vinto a mani basse.

“Ho perso il mio leopardo, aiutatemi a ritrovarlo”

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Su internet, si sa, si trova veramente di tutto. Chi ha un pò di fantasia, e anche senso dell’humor, può trovare tante stramberie, ma questa è una delle più incredibili che si possano mai vedere.
Su un blog un signore ha messo un annuncio perchè ha perso il suo piccolo animale domestico che gli teneva compagnia. Chi lo ritrovasse lo può contattare. Niente di strano, direte voi. Infatti non sarebbe strano, se l’animale in questione non fosse un leopardo di 80 chili.

Hopersoleo, così si fa chiamare l’autore dell’annuncio, spiega che possiede l’animaletto dalla nascita, da quando lo faceva “educare” dalla sua gatta, Micia (che fantasia con i nomi), come se fosse un suo cucciolo. Lo trovò una sera vicino ad un circo, e così decise che, anzichè denunciarlo e magari riportarlo al circo, forse era meglio farlo allattare dalla sua gatta, direttamente a casa sua.

Quanto si risparmia con Internet?

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La più grande invenzione del ventesimo secolo è senza dubbio internet. Coloro che hanno avuto la grande idea di mettere due computer in comunicazione a distanza dovrebbero essere paragonati ai vari Marconi, Volta, e anche a colui che ha scoperto il fuoco, perchè un’invenzione così può davvero cambiare la vita di miliardi di persone.
Anche in senso ecologico.

Avete idea dei miliardi che si risparmiano utilizzando internet? E degli ettari di foreste risparmiate? Proviamo a dare qualche numero.

Ecocho: navigando in internet si contribuisce a piantare alberi

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Si chiama Ecocho ed e’ il nuovo motore di ricerca ecologico lanciato dall’Australia in 14 Paesi, tra cui l’Italia. Lo slogan è You search. We grow trees, Ecocho pianterà due alberi ogni mille ricerche effettuate su internet tramite Yahoo e Google, i due motori di ricerca americani presenti nella maschera del sito australiano www.ecocho.com, contrastastando così le emissioni inquinanti di anidride carbonica. Il motore di ricerca “verde” in Italia potrebbe avere un grande successo: basta pensare che nel 2007 Google e Yahoo! hanno ottenuto percentuali di utenza rispettivamente del 94 e del 21%.

Allarme rifiuti: la montagna di spazzatura elettronica potrebbe presto sommergerci

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I Paesi ricchi stanno letteralmente inondando di spazzatura hi-tech i paesi del Terzo Mondo. Anziché impegnarsi nel riciclo e nello smaltimento, le nazioni industrializzate scaricano verso i Paesi poveri la responsabilità dello smaltimento. Computer, telefonini e televisioni che finiscono in discariche a cielo aperto o vengono bruciati, liberando sostanze molto tossiche per l´ambiente. I Paesi più colpiti: Cina, il porto nigeriano di Lagos (uno dei più colpiti), molte località indiane e africane. Questo perché scaricare la responsabilità dello smaltimento nei Paesi emergenti ha costi inferiori rispetto ai Paesi industrializzati.

Il problema dello smaltimento dei rifiuti di natura elettronica è emerso in maniera drammatica negli ultimi anni. Dopo anni di disinteresse delle autorità e l’accumulo di materiali inquinanti di ogni tipo, l’opinione pubblica si è accorta della pericolosità di questi scarti. I dati ufficiali a livello europeo parlano di 8 milioni di tonnellate di rifiuti provenienti da materiale elettronico: circa l’80% di essi finisce in discarica insieme a tutto il resto. Va sottolineato che oltre ai materiali non biodegradabili questi rifiuti contengono sostanze altamente inquinanti. Stiamo parlando di piombo, cadmio e mercurio, tanto per cominciare, che finiscono nel sottosuolo o vengono disperse nell’aria. L’Italia all’interno dell’Unione europea incide per circa il 14% su queste cifre.

Readymade lancia la versione on-line per amanti del vivere sostenibile

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Quando ho ricevuto sulla mia casella e-mail il primo numero di Readymade on-line ho pensato che ci vuole davvero poco a condividere trucchi e informazioni sulla vita di tutti i giorni da parte di chi sceglie di tutelare l’ambiente e di condurre un’esistenza sostenibile.

Ho pensato a chi ha scelto l’architettura sostenibile come professione, e a chi è solo appasionato di ecodesign, a chi si diletta e riciclare gli oggetti e a crearne dei nuovi con materiali di scarto, a chi sceglie il fai-da-te in linea con la natura per la cura del proprio corpo e della propria bellezza, a chi prima di fare shopping si chiede se i cicli di produzione dei capi rispettano l’ambiente.

 

Cresce l’offerta sul mercato del lavoro verde: i migliori siti per trovare un ecolavoro

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I cambiamenti climatici e lo sviluppo di nuove tecnologie per sfruttare fonti di energia alternative sono il substrato su cui si svilluperà il mercato del lavoro nei prossimi anni. Questo sostengono molti economisti e ricercatori, che studiano il settore non solo dal punto di vista dell’impatto ambientale.

Alcuni esempi? In Brasile, per la produzione e la promozione dell’etanolo hanno trovato lavoro 500 mila persone circa; in Cina nel settore del riscaldamento tramite pannelli solari sono state impiegate circa 150 mila persone.Lo stesso sarebbe avvenuto in Spagna e Germania negli ultimi 3 anni.

Samsung e Toshiba nuovi leaders nella Greener Electronics Guide

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Nella classifica verde delle multinazionali dell’elettronica, stilata da Greenpeace, Samsung e Toshiba occupano i primi posti, a pari merito.
Nokia ha subito invece delle penalizzazioni che ne hanno provocato la discesa dalle vette delle più ecologiche, Nintendo rimane nelle posizioni più basse, mentre Microsoft e Philips migliorano le loro posizioni, continuando la scalata.

La Greener Electronics Guide è un modo per mettere l’industria elettronica faccia a faccia con il problema dei rifiuti tecnologici. L’intento è far sì che i produttori si sbarazzino delle sostanze chimiche pericolose, impiegate per i loro prodotti, che finiscono in montagne di ammassi di rottami, in cui scavano i bambini poveri senza alcuna protezione. (dei rifiuti tecnologici abbiamo già parlato)

Scandalo! Il governo statunitense da in affitto ai magnati dell’oro nero l’habitat degli orsi polari

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GreenPeace, il Centro per la Diversità Biologica e la NRDC hanno intentato una causa legale contro l’amministrazione Bush, per non aver emesso entro i termini stabiliti alcun provvedimento e decisione volta a stabilire se l’orso polare dovesse essere elencato nelle specie minacciate dal riscaldamento globale.
La querela degli attivisti ha il fine di costringere per via legale il governo a rilasciare immediatamente la decisione finale a riguardo. GreenPeace ha manifestato contro il Dipartimento degli Interni americano, definendolo un’istituzione per i lobbisti dell’olio, con riferimento al petrolio.

Il Dipartimento degli Interni avrebbe infatti preso tempo e addotto frequenti ritardi sulla decisione, per poi attuare un progetto di locazione di 29 milioni di ettari di habitat del’orso polare, destinati alla perforazione dei pozzi petroliferi.
Un quinto dei rimanenti orsi polari artici dipende dal ghiaccio del Chukchi Sea: è lì che si procacciano il cibo, ma proprio in quella zona le compagnie petrolifere stanno cercando di ottenere nuove licenze per il trivellamento.