Buco dell’ozono aumenta rischi da raggi UV

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La pelle produce vitamina D in risposta all’esposizione al sole che può essere un beneficio per coloro che sono carenti di tale vitamina. Con l’avvicinarsi dell’estate, tutto l’anno passato in ufficio, e poi, con le sospirate ferie, una ‘full immersion’ di sole, nella convinzione che bastino pochi giorni da ‘lucertola’ per avere una bella pelle ramata. E spesso qualcuno si dimentica le dovute preacauzioni. Negli ultimi dieci anni i melanomi, i tumori cutanei a piu’ alta malignita’, sono raddoppiati. E’ l’allarme lanciato da Sergio Chimenti, direttore della Clinica Dermatologica dell’Universita’di Tor Vergata. Il buco dell’ozono ha fatto anche qui la sua cattiva parte.

Il fallimento della CO2 sotterranea e del carbone pulito

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Per risolvere uno dei più grandi problemi dell’ambiente, l’emissione selvaggia di CO2, si era inventato un metodo per ridurla senza diminuire i consumi. Un pò come si fa per una cosa che non si vuole che gli altri vedano, così si è pensato bene di nascondere la CO2….sottoterra.

Risultato: ad oggi questa tecnologia è immatura, costosa e rischiosa. Questo processo avviene grazie al cosiddetto CCS, un processo mediante il quale si cattura CO2 prodotta dalle centrali termoelettriche e lo si immagazzina nel sottosuolo. La “magagna” sta nel fatto che le centrali giustificano la loro produzione di di inquinamento attraverso il processo CCS, ma in realtà in nessuna parte del mondo questo processo avviene sul serio, e ad oggi non esiste alcun esempio di CCS applicata a impianti di scala industriale.

Orsi polari o prezzo della benzina più basso, cosa scegliereste voi?

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In questo periodo si sta facendo sempre più pressante un problema prima di tutto morale, ma da un certo verso anche materiale, che sta facendo preoccupare la gente di tutto il mondo. Per dirla in breve, gli orsi polari sono a rischio estinzione, hanno bisogno fondamentale dei ghiacci che costituiscono il loro territorio nel circolo polare artico. Il problema è che quella zona è ricca di giacimenti di petrolio che, se sfruttati, farebbero abbassare il prezzo del greggio.

Quindi che fare? Dar ragione alle nostre tasche, rischiando di veder aumentare a livelli stratosferici il prezzo della benzina, o salvare la vita a quelle poche decine di rappresentanti degli orsi polari? La decisione finale spetta ad uno degli uomini meno amati della terra, George W. Bush, che negli ultimi mesi del suo mandato ha avuto una svolta ecologista. Ma sarà sufficiente per salvare la vita all’orso bruno?

Terremoto in Cina: oltre novemila morti accertati

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E’ un bilancio devastante quello del violento sisma che ieri si è abbattuto sulla regione cinese del Sichuan e che è stato avvertito fino a Pechino, Shangai e perfino in Thailandia. Si scava fra le macerie di edifici e scuole nel tentativo di estrarre ancora in vita qualcuna delle decine di migliaia di persone rimaste sepolte, si parla già di oltre novemila morti accertati. Sarebbero 8.533 le vittime solo nella provincia dello Sichuan e almeno 10mila feriti. L’80% degli edifici nella contea di Beichuan, nella regione sud occidentale del Sichuan, risulta distrutto. Questo il drammatico, e per ora provvisorio, bilancio della scossa di terremoto di magnitudo 7,5 gradi Richter che ha colpito il sud-est della Cina.

L’epicentro del terremoto è stato individuato nella contea di Wenchuan, circa 100 chilometri a nordovest della capitale della provincia, Chengdu. Le condizioni meteorologiche con pioggia e nubi dense impediscono agli elicotteri militari di atterrare nella zona e se le condizioni resteranno così, i soldati che devono portare gli aiuti ai sopravvissuti cercheranno di raggiungerli paracadutandosi. Gli organi di informazione del Paese dicono che è destinato a salire il bilancio di quello che è stato il peggior terremoto che abbia mai colpito la Cina negli ultimi 30 anni.

Giornata oasi 2008: per un 25 maggio all’insegna della biodiversità

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Se non avete ancora preso impegni per il prossimo 25 maggio, WWF Italia propone una domenica alla scoperta della natura, in una delle tante oasi protette presenti nelle regioni italiane.

L’obiettivo dell’iniziativa è di far conoscere il mondo delle biodiversità, i tanti meravigliosi luoghi protetti ed incontaminati che ancora esistono nel nostro Paese.
L’intento del WWF si spinge però oltre: la maggiore sfida di questa giornata è data dalla volontà di risvegliare le coscienze all’amore per la Natura, evidenziando il contrasto tra il come dovrebbe essere, e la contaminazione attuale.

Sconvolgimenti globali a causa delle emissioni di CO2

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Una ricerca finanziata dall’UE ha rivelato che con l’aumento delle emissioni di CO2 il suolo delle foreste tropicali potrebbe rilasciare nell’atmosfera una quantità maggiore del carbonio da esso immagazzinato.

Tali sconvolgimenti nell’equilibrio del carbonio potrebbero rivelarsi particolarmente importanti ai tropici, poiché le foreste tropicali custodiscono quasi il 30% del carbonio globale del suolo, il che le rende una componente essenziale del ciclo globale del carbonio

aggiungono i ricercatori.

Come si spiega questo paradosso? La causa principale si trova nella lettiera.

Poiché la caduta di lettiera rappresenta un importante flusso di carbonio dalla vegetazione verso il suolo, le variazioni nell’apporto di lettiera avranno probabilmente conseguenze di vasta portata per la dinamica del carbonio del terreno. Esistono importanti legami fra i processi che avvengono sopra e sotto la superficie del suolo e occorre comprendere tali legami per poter valutare l’impatto del cambiamento globale e dei turbamenti provocati dall’uomo sugli ecosistemi naturali

spiegano i ricercatori dell’Università di Cambridge del Regno Unito e dello Smithsonian Tropical Research Institute di Panama nel loro articolo pubblicato sulla rivista PLoS One.

La fuliggine responsabile di danni alla salute e dei mutamenti climatici

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Mentre tutti parlano di anidride carbonica, o CO2, come responsabile del cambiamento climatico globale in corso, ci potrebbe essere un altro importante responsabile di questo fenomeno che, fino ad ora, è stato fortemente sottovalutato. Si tratta della fuliggine, le cui particelle di carbonio incombuste in realtà danneggiano l’ambiente più di quanto pensato.Uno studio climatico svolto dalla NASA ha mostrato come grandi quantità di fuliggine e di altri inquinanti potrebbero la causa delle variazioni di precipitazioni e temperatura della Cina ed essere responsabili dell’aumento delle inondazioni e delle siccità avvenuto negli ultimi decenni. Finora si sapeva con certezza che la fuliggine fa molto male alla salute, nella sola Asia 400.000 donne e bambini muoiono ogni anno per aver respirato questi fumi in casa e l’Asia è responsabile del trenta percento della fuliggine emessa nel mondo, mentre quelli industrializzati, Europa in testa, soprattutto attraverso i motori diesel , sono responsabili di un altro quarto delle emissioni.

Uno specifico studio condotto da scienziati tedeschi e italiani ha suscitato il timore che le particelle prodotte dai motori diesel a basse emissioni possano essere addirittura più dannose per la salute umana di quelle dei motori più vecchi. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati on line dalla rivista «Environmental Science & Technology» dell’American Chemical Society (ACS).

Nuova azione di forza di Greenpeace: sequestrati 2 km di “spadare” illegali

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Non sfugge proprio nulla agli attivisti di Greenpeace. La scorsa notte un gruppo di volontari ha sorpreso nel mar Ionio un peschereccio che stava utilizzando una speciale rete chiamata “spadara“, dichiarata illegale dall’Unione Europea dal 2002. L’imbarcazione si trovava a circa 50 km da Capo Spartivento, in Calabria.

Intrappolata in essa hanno trovato una decina di tonni rossi e una tartaruga marina ancora in vita.
Tornati sulla terraferma, gli attivisti hanno poi denunciato la nave Diomede II alla capitaneria di porto di Messina.

Good Egg 2008: un premio per le galline libere

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Finito il tempo del pollaio della nonna e delle uova fresche, anche se in molti paesini negli hinterland, qualche gallina nostrana resiste ancora. Oggi le uova che giungono sulle nostre tavole provengono da galline allevate in batteria, e forse in pochi immaginano le gravi sofferenze a cui sono sottoposti questi volatili.
Ammassate una sull’altra per uno o due anni in piccole gabbie di ferro, poco più grandi di un foglio A4, in capannoni con fila infinite di gabbie, una uguale all’altra.
Eppure per ottenere le uova non è necessario uccidere, maltrattare, ma la legge del profitto governa ancora.

Ciclone Nargis, 15 mila morti in Birmania, e il numero potrebbe continuare a crescere

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Venti a 240 km/h, acqua che arriva dall’alto e dal basso, per lo straripamento del fiume Irrawaddy, due milioni di persone coinvolte, di cui 15 mila morti, 30 mila dispersi. E’ questo il bilancio di una delle più gravi catastrofi che hanno colpito l’Asia, ed in particolare la Birmania, già devastata dai confilitti interni tra i monaci e il regime militare.

Uno dei paesi più chiusi del mondo è stato costretto ad accettare gli aiuti internazionali di quelle nazioni che da sempre ha tentato di tenere lontano dai propri confini, ma di cui adesso non può fare proprio a meno. Il Ciclone Nargis, tempesta tropicale di categoria 3, cambierà per sempre la vita dei birmani, o almeno di quelli che resteranno vivi. E’ infatti al momento il secondo disastro naturale della storia dell’Asia, dopo quello che nel ’91 causò la morte di 143 mila persone in Bangladesh. Ma il rischio è che questo triste primato venga prima o poi superato.

Emergenza Cibo, intervengono Onu e Fao

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Non solo più gli allarmi della Fao, adesso anche l’Onu interviene nel problema dell’elevato costo del grano e del riso che sta investendo tutto il mondo. A pagarne le conseguenze peggiori, come al solito, sono i Paesi del Terzo Mondo, quelli che a malapena riuscivano a garantirsi una minima parte di questi generi alimentari, sufficienti almeno per non morire di fame.

Le associazioni umanitarie hanno lanciato un appello qualche giorno fa: raccogliere due miliardi e mezzo di dollari per fronteggiare l’emergenza e far abbassare il prezzo del cibo. Una task force dell’Onu invece si occuperà di capire il perchè di questo aumento sproporzionato dei prezzi, e di tentare di bloccarlo.

Se l’ape scomparisse dalla Terra: conseguenze dell’inquinamento

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Uno studio della Virginia University, Stati Uniti, coordinato dal ricercatore Jose Fuentes ha messo in evidenza come il più elevato inquinamento ha distrutto il 90 per cento dell’aroma dei fiori con conseguenze non indifferenti.

Come affermava Albert Einstein

Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita.

La strage di api non mette a rischio il solo futuro dell’apicoltura e del gustosissimo miele, ma ha ripercussioni su tutto il nostro comparto agricolo, dal momento che oltre un terzo delle coltivazioni sono impollinate grazie al loro lavoro. L’inquietante profezia del grande fisico è in realtà il frutto di un lucido ragionamento: niente api, niente impollinazione; quindi niente piante; né animali erbivori. E quindi, niente più uomini. Sino a 100 anni fa quando gli ambienti naturali erano meno inquinati le molecole di profumo rilasciate dai fiori venivano avvertite dalle api ad una distanza di 1.200 metri. Ora la distanza è di 200-300 metri. Cosa succede?

All’Italia il primato nella classifica delle auto più inquinanti

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Se avete intenzione di acquistare un auto nei prossimi giorni, sicuramente saranno tanti i parametri da tener conto. Il prezzo, la bellezza, la grandezza, il consumo, e chissà quanto altro ancora. Noi di Ecologiae vi chiediamo di aggiungere un’altra caratteristica da tenere d’occhio: l’inquinamento prodotto.

Siamo andati a confrontare le classifiche delle auto più e meno inquinanti stilate da Legambiente, WWF, Associazione Svizzera Traffico e Ambiente, Transport Environment, ETA e JATO Dynamics, giusto per avere un quadro completo della situazione. E i dati sono confortanti. Infatti ciò su cui tutte queste classifiche sono d’accordo è che le case produttrici più ecologiche sono quelle francesi e una italiana. La Fiat è la migliore di tutte, prendendo in considerazione la totalità dei modelli, dato che mediamente produce 137,3 grammi di CO2 per km. Seguono la Peugeot con 141,9 e la Citroen con 142,2 grammi per km. Purtroppo c’è l’altro lato della medaglia, ed è che la casa produttrice più inquinante è l’altra italiana di cui tutti andiamo fieri, la Ferrari, con oltre 200 grammi di CO2 prodotti ogni chilometro. Ma andiamo a vedere la classifica dei modelli.

Deforestazione zero: il nuovo monito di Greenpeace

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Se dico effetto serra cosa vi viene in mente? Probabilmente in molti, se non tutti, penseranno subito ai gas di scarico delle auto. A qualcuno può venire in mente il camino di un’industria.
Ma in pochi sanno che la maggior parte di responsabilità dell’effetto serra ce l’ha la deforestazione.

E’ un effetto al contrario, cioè le piante stanno lì, tra le varie funzioni, anche per diminuire i gas serra perchè esse sono capaci di assorbirli, metabolizzarli, e trasformarli in ossigeno. Ogni albero che viene abbattuto contribuisce a tonnellate di CO2 non assorbito, e quindi all’accumularsi di questi gas nell’atmosfera, fino ad arrivare all’effetto serra. L’effetto viene ancora ingigantito quando, abbattendo gli alberi, si libera il carbonio che loro trattengono nel suolo, sprigionando ulteriori gas tossici.