Dopo il motore ad acqua arriva da San Diego il motore ad alghe

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La ricerca di combustibili alternativi al petrolio è uno dei rami più fertili dell’innovazione tecnologica degli ultimi tempi.
Mettere a punto biocombustibili validi è il primo passo per liberarsi dalla dipendenza dall’oro nero e dalla grave crisi economica, nonchè l’unica via possibile per salvare il Pianeta e l’uomo dai devastanti effetti dell’inquinamento.

L’utilizzo di biomasse e di fonti di energia pulita per produrre carburante si prospetta dunque come un percorso quasi obbligato.
L’ultima novità arriva da San Diego, in California, dove è stato ideato un motore ad alghe.

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sceglie il solare. Presentato progetto per realizzare impianti fotovoltaici.

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Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha deciso di volersi mettere al passo con i tempi in campo energetico, puntando sull’energia solare. Il Consiglio direttivo dell’Ente ha infatti approvato recentemente un progetto preliminare per la costruzione di impianti fotovoltaici nel territorio del Parco. Il progetto in questione mira ad una maggiore autonomia ed efficienza energetica del parco e all’utilizzo di energie rinnovabili all’interno delle strutture dell’Ente e in particolare del comune di Pescasseroli (L’Aquila) dove si trova la sede principale del Parco.

“La nuova frontiera del Parco in campo energetico” è il nome che il presidente del Pnalm ha scelto di dare al progetto che prossimamente verrà presentato al Ministero dell’Ambiente per ottenere la sua valutazione e per partecipare ad un bando per il finanziamento di tali interventi fino al 50%.

Arriva la Macchina Acchiappaonde, inventata da un italiano

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La nuova frontiera dell’energia pulita parla italiano. All’Università Normale di Pisa hanno inventato una macchina che cattura la forza dell’acqua di mare per produrne energia elettrica. Subito questo macchinario è stato battezzato simpaticamente “macchina acchiappaonde” perchè è proprio quello che fa: è posizionato a 100 metri di profondità e raccoglie, grazie alla sua forma simile a quella di una mongolfiera, l’energia delle onde.

L’inventore è un ricercatore dell’Università pisana, Michele Grassi, che ha già sperimentato la sua idea presso la Marina di Pisa, con ottimi risultati. Infatti questo macchinario, che può essere di diverse dimensioni, a seconda del fabbisogno, è capace di produrre, al momento, fino a un megawatt di elettricità, con costi altamente competitivi.

Il nucleare non serve all’Italia e svuota le nostre tasche di 50 miliardi di euro

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Dei pro e contro di un eventuale ritorno al nucleare abbiamo già ampiamente parlato.
Stavolta torniamo a trattare di nucleare in termini economici, per sapere quanto ci costerebbe, in effetti, costruire, utilizzare e mantenere in funzionamento centrali nucleari nel nostro Paese.
Lo facciamo spinti dal monito lanciato da WWF, Greenpeace e Legambiente in un dossier dal titolo Il nucleare non serve all’Italia (cliccate qui per scaricarlo).
Nel documento, presentato a Roma dalle tre associazioni ambientaliste, si fanno i conti a Scajola, nel senso letterale del termine, stimando tra i 30 e i 50 miliardi i costi di un ritorno al nucleare.

Un dispendio di denaro pubblico non trascurabile, pari al peso economico di due finanziarie, e i cui effetti si vedrebbero solo tra 30 anni.

Fareste costruire una centrale nucleare dietro casa vostra?

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Ogni giorno il Governo cerca di convincere gli italiani che non ci siano problemi con le future centrali nucleari, tutto va bene e non ci sono pericoli. Poi però il Ministro dello Sviluppo Economico Scajola annuncia sconti sulle bollette a chi abita nelle vicinanze delle centrali nucleari. Non è un controsenso? Perchè non c’è lo sconto anche per chi abita vicino alle centrali a gas o a petrolio?

Le compagnie telefoniche sono solite pagare profumatamente gli inquilini di palazzi sui quali si costruiscono le antenne dei ripetitori, perchè è provato che aumenta la possibilità di contrarre il cancro dovuto alle radiazioni. Questo sconto sulla bolletta dell’elettricità potrebbe andare in questa direzione, come una sorta di risarcimento danni per chi subirà lesioni a lungo termine dovuti alle vicine centrali nucleari.

Fruttarismo:uno stile di vita in armonia con l’ambiente. Impariamo a conoscerlo.

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Nella società dei fast food dei take away e del mangiare fuori casa c’è ancora chi riesce a restarne fuori scegliendo di mangiare solamente frutta rigorosamente cruda. Sono i cosiddetti fruttariani la cui dieta consiste esclusivamente in frutta cruda e semi. Secondo l’ideologia del fruttarismo, l’uomo deve compiere un viaggio a ritroso nel tempo e tornare all’alimentazione delle origini composta di sola frutta.

La frutta è, quindi, per i fruttariani, un alimento completo in grado di nutrire l’organismo in modo equilibrato. Essa, inoltre è considerata un cibo sensuale e magico in grado di deliziare i sensi con il suo gusto, il suo odore e i suoi colori. Lo stile di vita fruttariano esclude il consumo dei cibi cotti considerati non salutari per l’uomo e nocivi per l’ambiente, causa di squilibri nutrizionali e di malattie, degli sbalzi d’umore e della perdita di bellezza e vitalità.

Dimagrire, pagare meno la benzina e rispettare l’ambiente in una sola mossa: ecologia del sovrappeso

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Un’interessante ricerca, realizzata da Phil Edwards e Ian Roberts della London School of Hygiene and Tropical Medicine, e pubblicata sulla rivista Lancet, mette in relazione risparmio energetico, rispetto dell’ambiente con la perdita di peso.

Benchè possa sembrare strano, il rapporto di causa/effetto tra questi fattori è abbastanza semplice, come spiegano gli autori della ricerca:
Il trasporto motorizzato è dipendente per oltre il 95 per cento dal petrolio e rende conto di circa metà dell’uso mondiale di petrolio. Poiché inoltre, il prezzo del petrolio influenza la produzione agricola, anche i prezzi delle derrate alimentari possono in definitiva aumentare in dipendenza dell’utilizzo delle automobili (anche per il ricorso ai biocombustibili). Ma l’uso dell’auto e la minore attività fisica favoriscono il sovrappeso, che a sua volta incrementa il fabbisogno calorico e di conseguenza la domanda globale di cibo.

Una carta assorbente per ripulire i mari: la straordinaria invenzione contro le macchie di petrolio

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Francesco Stellacci è uno scienziato italiano che lavora presso uno dei più prestigiosi istituti di ricerca Usa, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, dove è professore nel dipartimento di ingegneria e scienza dei Materiali.
E’ sua l’idea di una carta assorbente per ripulire i mari dagli idrocarburi, un’invenzione che ha davvero dello straordinario, non c’è che dire.

Si tratta di un foglio di carta assorbente capace di “asciugare” una quantità di liquido pari a venti volte il suo peso.
La carta può essere utillizzata più volte, basta strizzarla proprio come si farebbe con il panno per lavare i pavimenti. Solo che invece di acqua sporca, ne viene fuori petrolio, ovviamente riutilizzabile.
I mari ne escono puliti e non dobbiamo trivellare altri pozzi devastando l’habitat già in pericolo dei poveri orsi. Sembra perfetto!

Trasformare il Sahara in grande produttore di elettricità. Un’alternativa al nucleare.

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Proprio nel momento in cui in Italia si è rialzato il polverone sul nucleare, una possibile soluzione per l’approvvigionamento energetico, italiano e non solo, arriva dal deserto, e in particolare dal Sahara. Il principio di base è che il futuro dell’energia non è l’atomo ma il sole. Nel deserto del Sahara, lungo 4000 kilometri e largo quasi 2000, l’irraggiamento solare è molto forte e l’escursione termica stagionale piuttosto ridotta. Se si riuscisse a recuperare una frazione dell’energia solare che illumina il deserto, questa coprirebbe una parte del fabbisogno energetico di diversi paesi, soprattutto quelli del Mediterraneo.

Il progetto, presentato al parlamento europeo di Bruxelles, da un gruppo di ingegneri tedeschi si basa sulle più avanzate tecnologie solari. Gli impianti termosolari, come quelli prodotti dall’Enea (Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente), installati nel Sahara produrrebbero annualmente, con ogni kilometro quadrato di specchi parabolici, energia elettrica pari a quella ricavata da circa 1 milione di barili di petrolio.

Un nuovo Robinson Crusoe sull’isola di Tofua

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Robinson Crusoe, chi non ha letto delle sue avventure, o visto le numerose versioni cinematografiche, ne avrà sentito parlare almeno una volta.
Di questo straordinario personaggio che vive su un isola deserta, che poi tanto deserta non è, perchè è popolata dalla nostra immaginazione e dalle suggestioni che l’autore del romanzo, Daniel Defoe, riesce a farci provare.

L’esploratore francese Xavier Rosset ha deciso di intraprendere un’avventura simile a quella di Crusoe, vivendo per un anno su un’isola tropicale.
Trecento giorni sull’isola di Tofua, nell’arcipelago delle Tonga, per riflettere sul rapporto tra uomo e Natura, tanto trascurato nelle città moderne, tra cemento e smog.

Sudate troppo? Ecco la sedia che vi raffredda il sedere!

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Preoccupati per il caldo che sta arrivando (e che in molte parti d’Italia è già arrivato)? Invidiate i vostri amici o colleghi che passano le vacanze al mare, mentre voi siete costretti ad una scrivania a studiare o a lavorare? Niente paura, i giapponesi sono riusciti a risolvere anche il problema che attanaglia i lavoratori più accaniti d’estate: il sudore. Climatizzatori? Condizionatori? Ventilatori? Niente di tutto questo. A raffreddare il vostro corpo ci penserà una sedia, a partire, come si può immaginare….dal fondoschiena.

E’ la nuova invenzione della Kuchofuku, una sedia da ufficio, dotata di rotelle e imbottitura, e anche di uno speciale sistema di tubicini che raggiungono un cuscinetto ad aria condizionata che spara verso il vostro didietro 170 litri d’aria al minuto. E l’aspetto più interessante è che è tutto ecologico.

Anche l’ecosistema marino soffre lo stress.

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L’ambiente marino del pianeta azzurro verte in una condizione di forte degrado. Inquinamento delle acque, pressione antropica sulle coste e sovrasfruttamento delle specie ittiche, sono solo alcuni dei problemi che stressano l’ecosistema marino causando gravi danni all’ambiente e a tutti gli esseri viventi, compreso l’uomo. Nel mondo, oltre la metà della popolazione vive lungo i circa 440.000 kilometri di coste, all’interno di una fascia profonda 200 km. Qui si concentrano grossi centri urbani, come Tokio, Mumbai e New York, complessi industriali e turistici, reti autostradali e aree dedicate all’agricoltura intensiva.

In Italia, in base ai dati ISTAT, oltre il 30% della popolazione (circa 18 milioni di abitanti) risiede lungo il litorale che per il 43% appare totalmente urbanizzato e per il 28% parzialmente urbanizzato. Molte zone costiere, inoltre, presentano un ampio flusso turistico. Questa pressione antropica sulle zone costiere, sia in Italia che nel resto del mondo, modifica profondamente gli equilibri naturali, provocando la scomparsa, ad esempio, di zone umide costiere come le lagune, e delle foreste di mangrovie, nelle zone tropicali, utili per la protezione delle coste.

La top ten delle specie più strane scoperte nel 2007

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La ricerca scientifica è come un fiume inarrestabile che insegue sempre ulteriori sbocchi. Ed è proprio vero che le scoperte sono infinite se da secoli l’uomo continua a farne di nuove, probabilmente l’una consequenziale all’altra.

Pensate che ancora oggi, nel 2008, esistono centinaia di specie sconosciute, non ancora classificate e studiate.
E tra una meraviglia e l’altra, ce ne sono di davvero strane.
L’Istituto di ricerca per le specie dell’Università dell’Arizona ha pubblicato la top ten delle specie più strane scoperte nel 2007.
Siete curiosi di conoscerle?

Con “Fiori” anche Celentano si schiera con l’ambiente

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La partita della politica futura si giocherà sul terreno dell’ecologia. Questo l’ha capito anche Adriano Celentano, che sulla scia del suo Rockpolitik ci regala oggi una canzone basata sul futuro della nostra Terra, che ha un sottofondo politico che, crediamo, difficilmente qualcuno di quelli che scaldano le sedie in Parlamento coglieranno.

Il video, che si può vedere sul sito del Corriere della Sera, rappresenta un alieno che arriva su una Terra buia e triste, e l’unica cosa bella che vi trova sono i fiori. Gli esseri umani sono rappresentati da manichini spogli, soli, come dice il testo della canzone scritto da Neffa Siamo stati soli anche quando c’era troppa gente“.