La Natura ci serve per almeno cinque ragioni

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In realtà non sarebbero cinque bensì infinite le motivazioni che dovrebbero spingerci a salvaguardare e a tutelare la Natura.
Cinque sono quelle indicate dal dossier del WWFEffetto biodiversità“, per ricordare all’utilitaristico uomo che la Natura ci serve.

Domani, nel corso delle manifestazioni che si terranno in tutta Italia per la Giornata delle Oasi, di cui abbiamo parlato qualche giorno fa, obiettivo primario del WWF sarà proprio quello di far conoscere e valorizzare le biodiversità.

Tra natura e tragedia: tsunami

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Uno tsunami è una serie di onde che hanno origine da un terremoto, terremoto sottomarino, attività vulcanica, frane, impatti meteoritici nel mare o vicino ad esso. Molte città che si affacciano sull’oceano Pacifico, principalmente in Giappone ma anche nelle Hawaii, hanno sistemi di allarme e procedure di evacuazione in caso di gravi tsunami. Un evento sismico potenzialmente tsunami-genico può essere predetto da vari istituti di sismologia in varie parti del mondo. Purtroppo però al momento non esiste alcun modello assolutamente affidabile in grado di correlare il verificarsi di un evento sismico alla generazione di uno Tsunami. Questo anche perché non è facile vedere uno tsunami che si avvicina alla costa, infatti l’energia di uno tsunami è costante, in funzione della sua altezza e velocità. Quindi, quando l’onda si avvicina alla terra, la sua altezza aumenta mentre diminuisce la sua velocità. Le onde viaggiano a velocità elevate, più o meno senza essere notabili quando attraversano le acque profonde, ma la loro altezza può crescere fino a 30 metri e più quando raggiungono la linea costiera. Ecco perché gli tsunami causano gravi distruzioni su coste e isole.

Sabbie mobili: creazione cinematografica o agghiacciante realtà?

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Per sabbie mobili si intende una massa di sabbia fine, più o meno satura di acqua, caratterizzata da una debole capacità di sostenere pesi. Nel caso tipico, si tratta di un miscuglio tra argilla ed acqua salata. Questa sabbia trattiene bene l’umidità grazie ai minuscoli pori presenti nei granelli.

I film dell’orrore descrivono spesso la morte di una persona inghiottita dalle sabbie mobili, ma un esperimento dimostra che non si tratta di un evento molto probabile. Thomas Zimmie, un esperto di meccanica dei suoli del Rensselaer Polytechnic Institute di Troy nello Stato di New York, ha mescolato fra loro sabbia, argilla e acqua nelle corrette proporzioni, ha posto sulla superficie del composto alcuni grani di alluminio della stessa densità di un corpo umano e ha visto che cosa accadeva. I grani sono stati solo parzialmente sepolti. Quindi nessun inghiottimento! Allora perché i film ci propinano dolci fanciulle e prodi eroi che disperatamente si contorcono cercando invano di liberarsi dal funesto epilogo? La risposta è proprio questa.

Biocarburanti: il paradosso dell’ecologia

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Ne abbiamo parlato spesso come della forma di energia del futuro, pulita, rinnovabile e alternativa valida all’oro nero. Ma il biocarburante ha i suoi scheletri nell’armadio, un rovescio della medaglia tutt’altro che positivo per l’ambiente.
La Lipu lancia infatti l’allarme sulle profonde alterazioni dell’habitat naturale di molte specie di uccelli, causate dalla destinazione di molte aree verdi alle colture energetiche.

Un dossier della Birdlife International, rete di associazioni rappresentata in Italia dalla Lipu, ha evidenziato i danni per l’habitat degli uccelli provocati dalle biocolture a scopo energetico.

Terremoti: bilancio vittime in Cina ed avvertita scossa ad Ancona

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Un terremoto, o sisma, è un’improvvisa vibrazione del terreno prodotta da una brusca liberazione di energia e tale energia si propaga in tutte le direzioni (come una sfera) sotto forma di onde. Il punto preciso da cui si propaga il terremoto è detto ipocentro, mentre lo stesso punto, portato in verticale sulla superficie terrestre, si chiama epicentro. I terremoti sono quindi vibrazioni della crosta terrestre, provocate da un’improvvisa liberazione di energia in un punto profondo della crosta terrestre; da questo punto si propagano in tutte le direzioni una serie di onde elastiche, dette “onde sismiche“. I terremoti si verificano ogni giorno sulla Terra, ma la stragrande maggioranza causa poco o nessun danno. La durata media di una scossa è molto al di sotto dei 30 secondi; per i terremoti più forti, però, può arrivare fino a qualche minuto. I terremoti sono infatti gli eventi naturali di gran lunga più potenti sulla terra. I grandi terremoti possono rilasciare un’energia superiore a migliaia di bombe atomiche.

Biodiversità: assicurazione sulla vita del nostro pianeta

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La terra è popolata da numerosi esseri viventi, animali e vegetali che non conosciamo: oggi sono state classificate appena un milione di specie, mentre le stime elaborate dai biologi vanno dai 5 ai 10 milioni. Diventa quindi, ancora più urgente e importante occuparsi della conservazione di specie e ambienti che rischiano di sparire per sempre a causa dell’uomo, ancora prima di essere scoperti. Infatti la biodiversità nel mondo è calata quasi di un terzo negli ultimi 35 anni, principalmente a causa della progressiva distruzione di ambienti vivibili dalle varie specie animali. Lo sostiene il World Wildlife Fund, presentando i dati del suo Living Planet Index, l’indice globale della biodiversità istituito dall’associazione, che ne diffonde i dati aggiornati ogni due anni.

Per risolvere il riscaldamento globale basta fare la doccia alla Terra

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Quando fa tanto caldo e siete tutti sudati tanto da sembrare che vi state sciogliendo, che cosa fate? Se possibile, la maggior parte delle persone si fa una bella doccia fredda. E perchè non fare la stessa cosa alla Terra? E’ questa la teoria di fondo della nuova trovata di uno scienziato americano, Curtis Struck, per risolvere il problema del surriscaldamento globale.

Ma come si fa a fare la doccia ad un intero pianeta? A questo ci hanno pensato gli studiosi dell’Iowa State University, negli Stati Uniti, che hanno teorizzato di “catturare” un meteorite e usarlo come una sorta di scudo spaziale contro i raggi UV. Inoltre, essendo molti meteoriti formati quasi interamente da acqua solidificata, portandoli nell’atmosfera questi si disfarrebbero, producendo milioni di gocce che farebbero il bagno alla Terra.

Allarme WWF: tra 50 anni non ci sarà più biodiversità

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I numeri cominciano a farsi preoccupanti: negli ultimi 35 anni abbiamo perso già un terzo della biodiversità su tutto il pianeta. I dati provengono da una ricerca fatta dal WWF, che da anni sta tentando in tutti i modi di preservare zone e parchi naturali proprio per proteggere le specie di animali e piante in via d’estinzione.

Le cause principali sono tre: prima di tutto, la distruzione degli ambienti. Molte specie animali, che per millenni hanno vissuto tranquillamente nelle loro oasi, adesso se le vedono sottratte a causa dell’invasione umana che gli sta letteralmente togliendo il terreno da sotto i piedi.
La seconda causa è il cambiamento climatico, dovuto ovviamente all’inquinamento, che sta facendo estinguere numerose specie di piante e pesci; e infine il commercio della carne e delle pelli, che miete vittime soprattutto tra le balene e le foche.

Come ti friggo il clima: disastri ambientali all’olio di palma

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“Come ti friggo il clima” è un rapporto di Greenpeace, dello scorso anno, in cui si denuncia l’abbattimento delle foreste, in special modo in Indonesia, per far posto alle piantagioni di palma.
L’olio del frutto della palma viene ampiamente impiegato nell’industria cosmetica, alimentare e nella produzione di biocarburanti.

Il disboscamento a favore delle coltivazioni di palme è responsabile di ben il 4% delle emissioni totali di gas serra.

Una tartaruga marina viva vale più di una tartaruga marina morta

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Una verità che colpisce, navigando sul sito del WWF International, la vista delle innumerevoli specie a rischio estinzione.
Sei delle sette specie di tartarughe marine sono nella lista nera e tutto fa credere che le cose non stiano affatto per migliorare.
Nel Pacifico questi animali marini sono in serio pericolo, mentre nel Mediterraneo il numero di esemplari rimasti ha subito un calo vertiginoso.

Tutte e sette le specie sono elencate nell’allegato uno della convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatica minacciate di estinzione (CITES). Il commercio internazionale di tartarughe marine è vietato nei 166 Paesi aderenti al CITES.
Tre delle sette specie attualmente esistenti sono classificate sulla IUCN RedList, la lista rossa degli animali che si stanno estinguendo.

Un mistero che per secoli ha affascinato l’umanità: l’aurora boreale

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E’ un fenomeno luminoso formato da larghe fasce colorate di rosso, azzurro, verde che si presentano nelle regioni polari sia verso il polo nord sia verso il polo sud. E’ l’energia del vento solare che si trasforma in luce quando si scontra con l’atmosfera della Terra.

Per secoli le aurore hanno costituito un mistero che ha affascinato l’umanità, sfidato gli scienziati, intimorito gli animi delle popolazioni nomadi del Nord Europa, e sono state anche oggetto di congetture ed ipotesi fantasiose da parte di illustri filosofi. I primi osservatori che hanno testimoniato il fenomeno sono stati i Cinesi, i quali descrissero le aurore nel II° secolo a. C come “nuvole luminose che infiammavano le colline”.

Giornata oasi 2008: per un 25 maggio all’insegna della biodiversità

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Se non avete ancora preso impegni per il prossimo 25 maggio, WWF Italia propone una domenica alla scoperta della natura, in una delle tante oasi protette presenti nelle regioni italiane.

L’obiettivo dell’iniziativa è di far conoscere il mondo delle biodiversità, i tanti meravigliosi luoghi protetti ed incontaminati che ancora esistono nel nostro Paese.
L’intento del WWF si spinge però oltre: la maggiore sfida di questa giornata è data dalla volontà di risvegliare le coscienze all’amore per la Natura, evidenziando il contrasto tra il come dovrebbe essere, e la contaminazione attuale.

Sconvolgimenti globali a causa delle emissioni di CO2

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Una ricerca finanziata dall’UE ha rivelato che con l’aumento delle emissioni di CO2 il suolo delle foreste tropicali potrebbe rilasciare nell’atmosfera una quantità maggiore del carbonio da esso immagazzinato.

Tali sconvolgimenti nell’equilibrio del carbonio potrebbero rivelarsi particolarmente importanti ai tropici, poiché le foreste tropicali custodiscono quasi il 30% del carbonio globale del suolo, il che le rende una componente essenziale del ciclo globale del carbonio

aggiungono i ricercatori.

Come si spiega questo paradosso? La causa principale si trova nella lettiera.

Poiché la caduta di lettiera rappresenta un importante flusso di carbonio dalla vegetazione verso il suolo, le variazioni nell’apporto di lettiera avranno probabilmente conseguenze di vasta portata per la dinamica del carbonio del terreno. Esistono importanti legami fra i processi che avvengono sopra e sotto la superficie del suolo e occorre comprendere tali legami per poter valutare l’impatto del cambiamento globale e dei turbamenti provocati dall’uomo sugli ecosistemi naturali

spiegano i ricercatori dell’Università di Cambridge del Regno Unito e dello Smithsonian Tropical Research Institute di Panama nel loro articolo pubblicato sulla rivista PLoS One.

La fuliggine responsabile di danni alla salute e dei mutamenti climatici

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Mentre tutti parlano di anidride carbonica, o CO2, come responsabile del cambiamento climatico globale in corso, ci potrebbe essere un altro importante responsabile di questo fenomeno che, fino ad ora, è stato fortemente sottovalutato. Si tratta della fuliggine, le cui particelle di carbonio incombuste in realtà danneggiano l’ambiente più di quanto pensato.Uno studio climatico svolto dalla NASA ha mostrato come grandi quantità di fuliggine e di altri inquinanti potrebbero la causa delle variazioni di precipitazioni e temperatura della Cina ed essere responsabili dell’aumento delle inondazioni e delle siccità avvenuto negli ultimi decenni. Finora si sapeva con certezza che la fuliggine fa molto male alla salute, nella sola Asia 400.000 donne e bambini muoiono ogni anno per aver respirato questi fumi in casa e l’Asia è responsabile del trenta percento della fuliggine emessa nel mondo, mentre quelli industrializzati, Europa in testa, soprattutto attraverso i motori diesel , sono responsabili di un altro quarto delle emissioni.

Uno specifico studio condotto da scienziati tedeschi e italiani ha suscitato il timore che le particelle prodotte dai motori diesel a basse emissioni possano essere addirittura più dannose per la salute umana di quelle dei motori più vecchi. I risultati dello studio sono stati recentemente pubblicati on line dalla rivista «Environmental Science & Technology» dell’American Chemical Society (ACS).